L'Anima dei Cammini e la Road to Rome 2021

Ciao a tutti!

L'idea di questo post è, innanzitutto, fare un approcio generico sulle caratteristiche elementari di un cammino, in modo di approdare all'argomento principale, cioè, rispondere alla domanda: "che vuol dire "Anima di un cammino"?". La risposta alla domanda verrà data nel contesto della Road to Rome 2021, un grande pellegrinaggio a staffetta che ha percorso la Via Francigena da Calais a S.M. di Leuca a cui abbiamo partecipato come ambassadors. Dunque, iniziamo con le definizioni:

Secondo la definizione del Corriere della Sera, "cammino" è lo spostamento da un luogo all'altro SIN viaggio. Quella della "La Repubblica" ribadisce questa accezione e aggiunge che si tratta di un sinonimo di "strada, via, luogo percorso". Le definizioni formali sono importanti, ma, in un mondo in costante e veloce cambiamento, a volte, non riescono a catturare tutte le accezioni delle parole.

La Via Francigena tra Celle San Vito e Troia
La Via Francigena tra Celle San Vito e Troia.

Quali sono le componenti un cammino? 

Innanzitutto, c'è tutto a che vedere con lo spostamento, con il movimento, col camminare (dalla radice della parola si intuice, vero? 😜). Ma non solo: per esempio, c'è chi, come noi, preferisce mettersi in cammino con la bicicletta, altri scelgono l'asino, il cavallo ... tanti altri, con molta forza, superano i limiti della sedia a rotelle per mettersi in cammino e conoscere nuovi mondi. Insomma, non importa molto il mezzo di trasporto, basta che sia lento, dolce, che permetta di rilassarci, interagire, e, soprattutto, contemplare. Metaforicamente, possiamo dire che un cammino somiglia ai flussi e ai cicli naturali, dato che è composto di materia/energia, in movimento e, soprattutto, in costante trasformazione.


Dunque, un cammino è fatto di movimento, in maniera lenta e dolce. Ma, per spostarsi, cioè uscire dal suo status quo, l'uomo occidentale ha spesso il bisogno di aver un motivo che lo spinga, sia questo maturato in maniera cosciente oppure no (certo, sapiamo che ci sono persone che semplicemente partono, senza obiettivi, motivi, con la testa aperta ... queste avranno, come proposito basilare, l'essere in cammino, che è quasi una way of life, uno stile di vita; e questo già, di per sè, ne costituisce un motivo). Di solito, i motivi sono religiosi, ma anche spirituali (nel senso più ampio possibile), di scopo altruistico (come Massimo e Alessio nel loro ViviOniRespiro), per svago, turismo, per strutturare un cambiamento di vita, per una cura medica, fare guerra ... Sia quello che sia il motivo, il fatto è che tutti questi sono pellegrini.

Noi con Massimo e Alessio, davanti alla
Cattedrale di Santa Maria di Leuca
Noi con Gabriele e
Federica a Marina di Massa

Il termine "pellegrino" deriva dal latino pregrinus, cioè viandanti, stranieri, insomma persone che vanno, erranti, fuori della propria patria. Nel suo senso più ristretto, venne impiegato per riferirsi a chi si recava ai luoghi santi, ma nei giorni odierni assume anche una connotazione più ampia, che si avvicina a quella latina. In questo senso, come ci insegna il S.E. Mons. Luigi Vari, Arcivescovo di Gaeta, nella presentazione del libro Il Cibo del Pellegrinociò che caratterizza un pellegrino è la speranza, mentre il cammino sarebbe metaforicamente la vita, anzi le tappe dell'esistenza.

Pertanto, un cammino è fatto, in essenza, di flussi, di spostamenti di pellegrini, che si infondono di speranza per raggiungere un destino (anche in senso figurato) in un certo tempo (che, in certi casi, può tendere all'infinito😃), in maniera lenta.


Dalla prospettiva materiale, 

un cammino è composto da una rete di sentieri e strade, mappate, che permettono lo spostamento e, frequentemente, collegano luoghi di interesse che attirano il pellegrino. Possono essere provvisti di segnaletica, strutture di rifornimento tali come fontane, punti ristoro, strutture di accoglienza, ma possono anche non avere nessuna di queste strutture e basarsi soltanto su una mappa, oppure sulle conoscenze della gente ed essere tramandate verbalmente. Certo, la parte materiale è sempre importante perché uno possa avere un po' di comfort, in modo da rendere un cammino più fruibile, ma non è strettamente essenziale. Molto spesso, i pellegrini originari si trovavano nei guai, su strade sprovviste di segnaletica, dove c'era la criminalità e la insicurezza regnava (soprattutto nel medioevo). Con l'avanzare del tempo, i sentieri di pellegrinaggio passarono a comporre importanti assi logisitici per il commercio, portando con sè una rete di servizi rivolti ai viandanti. Questi servizi si svilupparono ancora di più dopo l'istituzione dei giubilei dalla Chiesa Cattolica (dal 1300). 

Cattedrale di Brindisi dove siamo
stati accolti da Don Vito.

 

Con l'aumento dei flussi di pellegrini fu necessario fornire servizi di sicurezza, accoglienza, cura, un po' di amore, gentilezza e attenzione. Oltre alla Chiesa, privati passarono anche ad offrire tali servizi e così, la società si organizzava e dava vita alla rete sociale che portava alla cura ai pellegrini. Ed ecco un'altro degli elementi che distingue un percorso di un cammino: la rete sociale che lo custodisce. Su un cammino è possibile incontrare dei veri e propri angeli, persone che per caso incontri sulla tua strada cammin facendo e che, senza chiedere nulla in cambio, ti aiutano, ti supportano e guardandoti da lontano ti consegnano all'abbraccio dell'angelo custode della tratta successiva.

 

 

Una caratteristica essenziale 

per l'esistenza e manutenzione di un cammino, nonchè la risultante di tutte questi fattori già menzionati, è l'Anima del Cammino. Trattasi di un elemento intangibile, spirituale, guidato dalle leggi quantiche, che germoglia dalla interazione tra universo, natura, la rete sociale custode dei territori e i pellegrini. Quest'anima, in costante trasformazione, si ciba dei rapporti che ci si creano e si trasformano lungo il tempo, da ogni momento vissuto che è raccontato, dal flusso di energia che si crea dal costante arrivo e partenza di gente, dai momenti di gioia, di sofferenza, di sollievo, incantamento, dalle storie di amore che ci fioriscono, oppure di quelle che si trasformano, dalle impronte che si lasciano indietro, dal costante cambiamento personale lungo il percorso e dalla dedizione incondizionale e amorevole della gente che ci lavora. Questo è il vero patrimonio, l'essenza, il tesoro "nascosto" dei cammini. Benché basti stare in cammino per capirla, riteniamo sia quasi impossibile descriverla utilizzando le parole. Bisogna stare in cammino per provare tale "magia", lasciandoci stupire da quello che può accadere. 

 

Il gruppo della Road to Rome nella partenza dell'11 Agosto.
Da Destra a Sinistra: Monica, Consuelo,Ilaria, Sarah, Giulia, Luca, Myra, Augusto

La Road to Rome 2021

Un esempio di come l'Anima di un Cammino si trasforma/costituisce, è la Road to Rome 2021. Trattasi di un pellegrinaggio che, a staffetta, è partito da Calais e, percorrendo la Via Francigena, ha raggiunto la estremità più meridionale della penisola italiana, Santa Maria di Leuca. È stato promosso dalla Associazione Europea delle Vie Francigene in collaborazione con tanti partner nazionali (sono 5 i paesi attraversati: Inghilterra, Francia, Svizzera, Italia e il Vaticano) e locali. Noi, come Ciclowine, abbiamo avuto l'opportunità e l'immenso piacere di partecipare come Ambassador. Siamo stati veramente fortunati di aver vissuto tante esperienze e di aver conosciuto e scambiato emozioni con gente incredibile nelle nostre tre partecipazioni (dall'8-13 agosto, 11-20 settembre e fino all'arrivo a Leuca il 18 ottobre). Sono queste esperienze, scambi, emozioni vissute, che rimarranno nel immaginario colletivo di chi è stato coinvolto, che saranno tramandate verso alla fine dei tempi (anche tramite questo blog) e che ammontano alla costituzione della cosiddetta "anima del cammino".

Tra queste esperienze, non possiamo non citare le lezioni di italiano (on bicycle) condotte dalla professoressa Monica di Se ce l'ho fatta io, la carinissima e dolce Consuelo che, oltre allo scambio di idee sul cibo, natura ecc..., ha lavato le bici quando eravamo a Orio Litta (ancora ti dobbiamo questa, Consuelo) ...

Il lavaggio in corso, nel giorno di riposo a Orio Litta.

... i momenti di oscillazione tra gioia e caos, la fretta di arrivare agli appuntamenti, il calore infernale nella pianura padana in mezzo alle piantagioni di pomodoro, la interazione con i cittadini di Miradolo Terme che hanno abbellito la città per accoglierci, i cali glicemici di Augusto alla fine delle giornate, l'ansia di fare tutti i post giornalieri per mostrarvi quanto è bello stare in cammino, ecc., ecc. e ecc. Che bellezza conoscere Matteo e Gabriele (e poi ritrovarli a Cassio e in spiaggia a Massa), due amici ingegneri che ci hanno trasmesso uno spirito di libertà e creatività, anche loro conosciutosi durante il cammino. E che dire della emozione di Michele di Orio Litta quando parlavamo (io e Sara Massarotto, nel caffé) di essere in cammino? Michele, sei un grande e aspettiamo novità sul tuo primo pellegrinaggio!

Io, Michele e Sara Massaroto

E, poi, ci sono stati i rincontri innaspettati. Come quando abbiamo ritrovato Matteo prima di Berceto e Gabriele che si godeva una bellissima giornata di sole in spiaggia, a Massa (non potevamo farne a meno: la celebrazione è stata a birra e bagno in mare, GIOIA INFINITA!). In quel giorno abbiamo anche conosciuto Federica, una atleta di ciclismo, in pellegrinaggio per la Francigena da sola e che ha accompagnato Chiara da Aulla a Sarzana, mentre Augusto si avventurava sui sentieri pedonali nelle montagne Liguri, da solo, in mezzo ai tafani (ci raccomandiamo: non fate lo stesso). 

Anche nel Lazio, a casa nostra, ce la siamo goduta tantissimo (e, per la prima volta, a piedi😱). Percorrere i sentieri su cui, da volontari, abbiamo lavorato per sistemarli ci ha emozionato. Questi territori francigeni a sud di Roma ci hanno toccato talmente il cuore che abbiamo deciso di trasferircici. Infatti, da marzo 2021, siamo residenti nel Comune di Cori, un gioiello incastonato sui Monti Lepini, che si estende fino al Lago di Giulianello, dove la Road to Rome è stata ricevuta dal sindaco e dai rappresentanti della giunta comunale. E dato che c'è la passione, è impossibile non parlarvi un po' della nostra carissima città. Facciamo una parentesi:

Il Gruppo della Road to Rome è stato ricevuto dal sindaco di Cori, Mauro Primio De Lillis, e dall'assessore Simonetta Imperia
Gli sbandieratori di Cori - davanti il Tempio di Ercole durante le celebrazioni 
di arrivo del gruppo della Road to Rome.

La Bella Cori

Non si può, in un post, elencare tutte le ricchezze culturali e storiche di questa antichissima città (le sue origini risalgono ai secoli X-IX a.C., cioè, ben prima di Roma), dunque cercheremo di elencare i punti da visitare, secondo la nostra prospettiva, senza voler esaurire l'argomento. 

Dalla parte architettonica/storica, non possiamo non citare il Tempio di Ercole, costruito tra l'89-80 a.C. in ottime condizioni fino ad oggi (nonostante i bombardamenti del '44); Il Complesso Monumentale di S. Oliva, che comprende i resti di un antico tempio risalente al periodo tra il III e il I sec. a.C., una cappella del '400, un chiostro rinascimentale e un convento; la Cappella della SS. Annunziata che, con il permesso degli storici ed esperti dell'arte, chiamiamo piccola Cappella Sistina corese dovuto alla presenza di meravigliosi affreschi quattrocenteschi. Per quanto riguarda il borgo di Giulianello, frazione di Cori attraversata dalla Francigena, una visita al suo centro storico non può mancare (ci raccomandiamo: fate una sosta nel Caffè del Cardinale sia per un caffè, pranzo, oppure per salutare Lucia Millone, una appassionata di cammini che gestisce alla perfezione il posto).

Panorama lungo i vicoli del centro storico di Cori.

Vista per il Complesso Monumentale di Sant'Oliva.

Dalla prospettiva culturale, Cori è famosa per il suo Carosello storico che si svolge nell'ultima domenica di giugno (diurna) e l'ultimo sabato di luglio (notturna), dove i suoi sbandieratori, conosciuti mondialmente, possono essere ammirati (che fortuna abbiamo avuto nell'essere ricevuti da loro durante la Road To Rome). A Giulianello, per citare uno tra i tanti suoi patrimoni, le Donne di Giulianello custodiscono una cultura di mille anni con le loro voci: i loro canti popolari (se non avrete la fortuna di conoscerle di persona, lungo il lago di Giulianello, che sta sulla Via Francigena, ci sono cartelli con i testi di questi canti). 

Le Donne di Giulianello con l'assessore Simoneta Imperia
durante l'accoglienza alla Road to Rome.

La regione di Cori custodisce,inoltre, una ricchezza enologica importante: qui ci sono due vitigni autoctocni, il Nero Buono e il Bellone che danno origini ai vini omonimi. Un pellegrino che passa di qui non può non assaggiarli, abbinandoli a delle piatanze locali, tali come il prosciutto cotto al vino Bellone , a un buon pane (la regione è famosa per i suoi tanti panifici), l'olio locale (anche qui siamo sul livello di eccellenza) e prendersi un caffé degustando una ciambella al Nero Buono o anche il Mostacciolo (fate attenzione ai denti😅). Bene, avremmo potuto scrivere tante altre pagine, ma riteniamo che sia giusto lasciare un'aria di possibilità ed incentivare la vostra curiosità. Dunque, chiudiamo la parentesi, e quando ci sarete, fateci sapere che sarà un piacere accompagnarvi per questi territori da sogno. 
Inaugurazione del tratto messo in sicurezza che collega
Velletri al lago di Giulianello, passando per il comune di Artena.

Torniamo ai chilometri a piedi con la Road to Rome ... 

All'inizio, l'idea ci spaventava (dato che non siamo innati camminatori), ma la possibilità di farlo nei luoghi a noi cari, insieme agli amici del Gruppo dei Dodici e all'AEVF ci ha dato tanto coraggio. La esperienza si è svelata sorprendente. Inizialmente, abbiamo scoperto che il camminare ci ha permesso di creare rapporti ancora più profondi con i pellegrini che ci affiancavano, oltre a favorire, ancora di più rispetto alle bici, la contemplazione dei luoghi e paesaggi. Camminando si riesce ad avere più attenzione verso l'altro e, nel approfondire i rapporti mentre camminavamo, a volte ci trovavamo davanti a momenti speciali in cui le emozioni più profonde emergevano. E vivere queste emozioni, insieme ai fratelli pellegrini, attraversando i "nostri" territori, ci ha inorgoglito tantissimo.


A sinistra: Sofia, una pellegrina spagnola che è diventata una carissima amica per noi, contempla il borgo di Sermoneta. A destra, noi, Ciclowini, ce la godiamo nel Parco Archeologico dell'antica Città di Norba

Dopo questa esperienza a piedi nella tratta laziale della Via Francigena, dopo qualche settimana, siamo risaliti in bici per attraversare i territori campani e pugliesi fino a raggiungere i nostri cari amici pellegrini a Tricase, un giorno prima dell'arrivo a Santa Maria di Leuca. Siamo partiti da Minturno, attraversato campi, montagne, paesaggi bellisimi, culture uniche nel tratto campano per, poi, varcando gli apennini raggiungere l'incantevole Puglia, all'altezza di Troia (dove abbiamo trovato la leggenda viva, il mito Michele Del Giudice - l'angelo custode della parte nord-pugliese e della via Micaelica che ci ha addirittura fatto una dedica sul suo libro). 



Poi, una sosta innaspetata (diciamo di emergenza) a Corato ci ha regalato momenti di estasi, di pura fratellanza, che ci sono stati trasmessi da Adele Mintrone, la responsabile per il Comitato Via Francigena del Sud, una amante del suo territorio che ci ha portato a conoscere la Cantina Torrevento e poi abbiamo goduto il tramonto con il panorama di Castel del Monte facente da sfondo (indimenticabile!).

Castel del Monte e il Tramonto.

Adele che ci regala prodotti locali, tra cui il vino della Cantina Torrevento e la
pasta Granoro, prodotta con grano 100% pugliese.

Prima di arrivare al mare, a Bitonto, abbiamo fatto una sosta indimenticabile nella Azienda Agricola Pere Rosse , dove abbiamo conosciuto la cultura familiare di produzione vitivinicola (e anche di olio) di maniera sintropica, che rispetta i cicli naturali, rispetta i valori culturali e ambientali su cui ci imbattiamo tanto, che ci rispecchia, che ci tocca. Siamo usciti da lì veramente emozionati dalla loro accoglienza e dalla loro dedizione e passione per quello che fanno. Assolutamente da andare a conoscerli.  Ah, una dritta: passare a Bitonto e non conoscere il Forno Antico - di Carlucci, che esiste dal 1260 sarebbe una eresia degna di scomunica. Ci raccomandiamo, ok? 😉

Il padre Francesco insieme ai figli Michele e Francesca. Un replay della Gioia Infinita!

La musica fatta da questa Focaccia Barese che esce 
dal Forno Antico - di Carlucci.


Poi, siamo arrivati a Bari, Polignano a Mare e lì abbiamo guarito un po' la nostra mancanza di mare. Bari è un infinito di bellezza e accoglienza, oltre alla gastronomia che ci colpisce tanto. Polignano è un gioiello incastonato nei scogli tipici di queste parti e che ci riempie l'anima ogni volta che ci torniamo (non per sbaglio abbiamo scelto di sostarci nel compleanno di Augusto😀). Da Polignano siamo saliti in treno (per una questione di tempistica) per scendere a Lecce e, da lì raggiungere il gruppo a  Tricase. 

Nella famosa spiaggia di Lama Monachile, a Polignano a Mare.

Ritrovare tutti gli amici conosciuti lungo il percorso, tra cui la grande Myra , che ha percorso tutta la Via Francigena dall'inizio a Calais, e sentire quanto importante era quel momento per lei, ci ha spalancato il cuore. Era un momento unico ed importante per tutto lo Staff della AEVF che ha lavorato  tanto durante questi 4 mesi (un speciale ringraziamento a Martina e Nicole sempre disponibili e di supporto) e anche per i rappresentanti di tutte le associazioni lungo la Via Francigena che sono venuti a celebrare la conclusione di questa impresa. 


Il pranzo al sacco a Gagliano del Capo, prima di raggiungere Leuca.


Myra durante le cerimonie a S. M. di Leuca.

L'evento ha portato una infinità di persone sul cammino, sono state tante le esperienze vissute, innumerevoli le interazioni tra i pellegrini e la rete sociale dei diversi territori attraversati, tanti i rapporti che sono nati, tanti i problemi, le sofferenze, le storie che sono state e che ancora saranno raccontate, l'impegno e l'amore che hanno dedicato le persone delle associazioni  (e non potevamo non menzionare i soci del Gruppo dei Dodici che, con una dedizione e tanto entusiasmo, ce l'hanno messa tutta, per permettere che l'evento trascorresse nel Lazio in modo più fluido; impegno e dedizione che da anni mettono sulla traccia a sud di Roma per mantenerla accessibile e fruibile per tutti i pellegrini). 
È di questa somma di sforzi, questo miscuglio di emozioni, di impegni, di amore, a volte di rabbia (perché non?), insomma, quest'insieme di vita, di cui un cammino è fatto. 
Davanti alla Cattedrale di S.M. di Leuca, nel momento
dell'arrivo.

Sia in bici che a piedi, infine non importa il mezzo scelto, vivere questa esperienza di pellegrinaggio vale sempre la pena. Alla fine impariamo tanto, ci sviluppiamo come persone, capiamo anche che le difficoltà sono davvero importanti (perché ci fanno spogliare di ogni maschera che eventualmente indossiamo nella vita quotidiana), capiamo anche che man a mano che proseguiamo ci avviciamo di più ad avere consapevolezza di chi veramente siamo. Allora, non abbiamo più dubbio che è il binomio "speranza", ricordando l'arcivescovo di Gaeta S.E. Mons. Luigi Vari, insieme al "sacrificio", inerenti all'essere in pellegrinaggio, che ci permette di elevare la nostra coscienza ad un livello quasi mistico, magico, surreale che ci permette di quasi toccare l'anima del cammino, e così cibandocene, ne usciamo persone migliori. E così, lungo il tempo infinito, indissociabile dallo spazio quantico, l'anima del cammino si trasforma, in una eterna interazione energetica con il tutto e tutti.



Complimenti a tutti i coinvolti per la bellezza che avete
portato a questo cammino. A Gerusalemme!

E Buon Cammino, Pellegrini!

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